Quante stazioni client posso essere connesse contemporaneamente con uno stesso Access Point 802.11g?
Immagino che la sua domanda sottintenda “quante stazioni possono essere collegate contemporaneamente perché ad ogni client sia garantita una banda minima di connessione”.
Dirò subito che non esiste una formula univoca per rispondere alla domanda. In prima analisi si potrebbe dire: la banda totale diviso la banda da garantire ad ogni client; per esempio, poiché l’apparato AP è di tipo 802.11g, il suo data rate massimo è di 54 Mbps, ma il throughput totale disponibile per i client, quello che molti chiamano il ‘goodput’ è meno del 50%, tipicamente circa 24 Mbps. Se voglio garantire ad ogni client almeno 1 Mbps di banda utile, secondo queste ipotesi il numero massimo di stazioni collegate contemporaneamente non può essere superiore a 24. Se volessi garantire una banda per utente di almeno 3Mbps, allora dovrei limitare il numero di stazioni a 8 (pari a 24Mbps/3Mbps). E così via.
Questo calcolo, tuttavia, non tiene conto di diversi fattori che possono migliorare o peggiorare la situazione reale. Per prima cosa c’è da dire che la banda totale considerata è disponibile solo nell’area in cui gli apparati possono scambiarsi dati alla massima velocità consentita dalla tecnologia, ma questo è vero, tipicamente, in una zona piuttosto ristretta dell’intera area di copertura (legga l’articolo “Reti wireless senza sorprese” su questo stesso numero). Altro disturbo è la presenza di fonti di interferenza sullo stesso canale che limitano il tempo attivo di connessione e, quindi di fatto, la banda disponibile. Per fortuna c’è anche da considerare un fattore migliorativo legato alla statistica. Se ci sono contemporaneamente 24 utenti attivi, è molto difficile che tutti utilizzino la rete con un flusso da 1 Mbps continuo: è molto più probabile che trasferiscano dati impegnando il canale per brevi intervalli rispetto al tempo totale di connessione; questo fa sì che la banda percepita sia molto più alta di quella indicata dalla media aritmetica e permette anche, a parità di altre condizioni, di prevedere un numero massimo di utenti nell’area molto maggiore di quello ottenuto dal semplice calcolo che abbiamo fatto all’inizio. Per rispondere alla sua domanda, può partire da un calcolo basato sulla media per poi introdurre dei fattori di correzione che tengono conto della struttura dell’area, delle fonti di interferenza identificate e della natura del traffico previsto.