Un mio cliente ha preteso, per la cablatura del suo studio professionale, un impianto in Cat. 8. La scelta è stata giustificata con l’esigenza di realizzare un’infrastruttura che possa certamente reggere l’impatto dell’evoluzione tecnologica dei prossimi anni. Ho fatto presente che la Cat. 8 non è nata per questi scopi e che un buon impianto di Cat. 6A/Classe EA non andrà certamente in obsolescenza nell’arco temporale in cui si possono fare previsioni attendibili, ma è stato irremovibile nella sua richiesta sostenendo che, proprio perché la tecnologia evolve rapidamente, quelle limitazioni che oggi condizionano l’impiego del rame alle più alte prestazioni, potrebbero non esserlo più in futuro e con un impianto di Cat. 8 saranno già pronti ad accogliere quanto la tecnologia ci vorrà riservare. Cosa ne pensa?
Sono d’accordo con lei. Il cablaggio di Cat. 8/Classe I non è nato per cablare gli uffici, ma principalmente per offrire una tecnologia di connessione in
rame, come alternativa alla fibra ottica multimodale, nei data center. I sistemi di cablaggio strutturato fino alla Cat. 6A/Classe EA (ma anche la
Classe F/FA), sono caratterizzati da una lunghezza massima del canale di 100 m e possono trasportare applicazioni Ethernet fino a 10 Gb/s. Per velocità di cifra superiori, 25 Gb/s e 40 Gb/s, esigenza per ora presente solo in ambiente data center, il sistema di cablaggio in rame deve poter esser in grado di supportare (trasmettere) una gamma di frequenze che si estendono fino a 2000 MHz! Ben superiore ai 500 MHz massimi della Cat. 6A/Classe EA. Nel realizzare i prodotti di Cat. 8, quindi, l’obiettivo è stato quello di ottenere un sistema che, una volta installato, potesse operare su una banda di 2 GHz mantenendo tutta una serie di parametri elettrici entro i limiti compatibili con il funzionamento degli apparati. Questi parametri sono esattamente quelli che si misurano durante la fase di certificazione dell’impianto, per accertarsi di aver raggiunto l’obiettivo. Tra tutti questi parametri ce n’è uno, l’Attenuazione (IL = Insertion Loss), che – dipendendo sensibilmente dalla frequenza – non riesce a garantire il valore minimo del segnale richiesto dalle apparecchiature su una gamma così estesa. Il problema dell’eccessiva attenuazione del segnale si può risolvere solo “accorciando” la linea, ecco perché i sistemi di Cat. 8/Classe I non sono più specificati fino ad una lunghezza massima di canale di 100 m come tutte le Categorie precedenti, e risultano invece limitati a coprire una distanza massima per il canale (Channel) di 30 m (24 m di Permanent Link). Chiarito questo punto, veniamo al caso particolare……
Se trovate interessante questo quesito e per sapere come i nostri esperti hanno completato la risposta , continuate a leggerla sul numero 2 – Marzo-Giugno 2019 della rivista Cabling&Wireless.
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