Si legge spesso che il forno a microonde può interferire con i dispositivi WiFi, ma perché avviene questo fenomeno ? Cosa c’entrano le microonde con i segnali radio ?
È bene chiarire cosa si intende per segnale radio o RF (Radiofrequenza) e per microonde. In entrambi i casi si tratta di radiazioni elettromagnetiche, cioè un campo elettrico ed un campo magnetico oscillanti concatenati tra di loro che si propagano alla velocità della luce. I parametri che li caratterizzano sono la frequenza (o la lunghezza d’onda) e l’ampiezza (intensità); la frequenza rappresenta il numero di oscillazioni che l’energia compie in un secondo, la lunghezza d’onda è lo spazio percorso dalla radiazione nel tempo che occorre per una oscillazione completa. Frequenza e lunghezza d’onda sono dunque inversamente proporzionali: più la frequenza è alta, minore sarà la lunghezza d’onda. A seconda del valore della frequenza (o della lunghezza d’onda) cambia l’effetto che questa radiazione ha nei confronti dei corpi e dei materiali con cui interagisce e, pertanto, viene sfruttata per scopi diversi. Le radiazioni EM che vanno da circa 3 KHz fino a 300 GHz sono chiamate anche RF – Radiofrequenze, perché sono utilizzate prevalentemente per trasmissioni radio. I sistemi WiFi utilizzano frequenze radio intorno ai 2,4 GHz o ai 5 GHz.
Per microonde si intendono radiazioni EM la cui lunghezza d’onda è compresa fra 1m e 1mm ovvero, in termini di frequenza, fra 300 MHz e 300 GHz. I sistemi WiFi, quindi, lavorano in pieno nel campo delle microonde; nello specifico poi, i forni a microonde, che sfruttano un potente campo EM per riscaldare i cibi, utilizzano una frequenza di 2,45 GHz, praticamente coincidente con quella degli apparati wireless 802.11b/g/n.
Per rispondere alla domanda, quindi, potremo sintetizzare dicendo che le microonde dei forni e i segnali radio degli AP sono fenomeni della stessa natura: mentre però gli Access Point codificano dell’informazione su una portante a bassa intensità (dell’ordine dei mW), i forni si limitano a ‘sparare’ una radiazione ad alta intensità (circa 1 kW). Pur essendo questi ultimi, se conformi alle normative, protetti da una buona schermatura, una piccolissima frazione dell’energia viene comunque irradiata all’esterno e, dal momento che purtroppo operano su una gamma di frequenze in parte sovrapposta a quella degli AP, rappresentano una seria sorgente di interferenza per le reti WiFi.