Quando si introduce un articolo che riguarda il mondo del digitale non è raro sottolineare quanto internet e appunto il digitale siano diffusi e abbiano esteso la loro importanza ben oltre il settore professionale.
Un incipit utile ad inquadrare la rilevanza dell’argomento.
Presente in qualsiasi ambito, è diventato infatti quasi una moda. Esagerando un po’ il concetto possiamo dire che un’app che svolge un compito anche molto semplice, la cui utilità non è neppure particolarmente evidente, può diventare un caso mediatico per il semplice fatto che è definita app, come si questo fosse un attributo sufficiente a guadagnare un qualche merito.
Queste osservazioni, se vogliamo anche un po’ scontate, fanno apprezzare quanto la tecnologia si sia frapposta tra noi e il mondo reale. A prescindere dalla percezione personale della questione infatti tutti utilizzano e hanno a che fare con strumenti digitali collegati in rete. Ogni giorno. Per questo anche in settori strettamente dedicati alla ricerca ICT, si tende sempre con maggiore frequenza ad affiancare a progetti tecnologici di avanguardia, approfondimenti che ne indagano l’impatto sociale e culturale.
Fig. 1 – I numeri di Internet all’inizio del 2021. Queste tre grandezze costituiscono i grandi moltiplicatori dell’era dell’informazione.
Affrontare risvolti normativi, legali, di rispetto della privacy è diventato perciò sempre più rilevante proprio in ragione dell’impatto globale e sociale del digitale. Tutte le persone, di qualsiasi professione, ceto o lingua, devono confrontarsi con sistemi che richiedono un certo livello di conoscenza per essere utilizzati al meglio. Non solo, è necessario anche disporre di un certo livello di confidenza con il linguaggio del settore e una discreta competenza anche solo per gestire la propria privacy ed avere consapevolezza degli effetti delle proprie scelte.
La Comunità Europea in questo ambito ha fatto moltissimo. La modernità e la distanza tra le norme EU del settore e quelle di altri paesi è infatti piuttosto ampia tuttavia, a fronte di norme basate su solidi principi di rispetto della privacy dei cittadini, l’implementazione, pur nel rispetto delle norme, sembra essere ancora lontana da rendere la vita facile agli utenti.
Consideriamo in particolare i Terms of Service (ToS) e i Cookie, che rappresentano i principali strumenti per regolare il rapporto tra utente e fornitore.
I Terms of Service sono sostanzialmente un’appendice contrattuale che ogni sito/app mette normalmente a disposizione per indicare le condizioni di servizio, come vengono utilizzati i dati raccolti dall’attività utente e le modalità di tutela del diritto d’autore. Almeno queste sono le indicazioni principali. Nei Terms of Service in pratica si stabilisce un accordo vincolante tra il fornitore e l’utente, per cui attraverso la sua lettura l’utilizzatore dovrebbe avere chiare le regole e accettarle esplicitamente, come per un vero e proprio contratto.
I cookie dal canto loro hanno una storia lunga, risalgono al mondo Unix degli anni ’80 e all’epoca erano utilizzati principalmente per riconoscere un client che si collegava ad un server. Per avere un riferimento del periodo sono gli anni della nascita della prima versione del sistema operativo PC-DOS, non ancora MS-DOS, che non prevedeva ancora nessuna funzionalità di rete, il supporto alla rete Token Ring verrà infatti introdotto diversi anni dopo (1986).
Negli anni ’90 i cookie sono poi ripresi dai browser per memorizzare alcune informazioni sulle attività del client su un determinato sito web. L’utilizzo del web era ancora ristretto a relativamente pochi utenti rispetto ad oggi e la forza comunicativa dei social ancora sconosciuta, ma ad un certo punto i cookie furono oggetto di un’accesa discussione in merito alla privacy.
Le informazioni memorizzate in questi piccoli file di testo potevano essere di aiuto nella navigazione, ricordando ad esempio particolari impostazioni, ma d’altra parte erano potenzialmente uno strumento perfetto per spiare il comportamento degli utenti. Questo primo scontro sui cookie arriva fino alle istituzioni federali degli Stati Uniti e da questo episodio in qualche modo si avviò la regolamentazione del loro utilizzo.
Oggi i cookie hanno funzionalità analoghe con una scala di complessità superiore per via di servizi che nel 1996 non erano disponibili, basti pensare all’e-commerce, o all’uso ormai consolidato di informazioni sulla navigazione degli utenti per ragioni di marketing e commerciali. I cookie sono evoluti e, insieme ad una loro variante, i tracker, possono catturare gran parte dei click di mouse che vengono applicati dall’utente nell’ambito della navigazione internet e sono fondamentali per la profilazione degli utenti.
Come abbiamo visto per iscriversi ad un sito, fare un acquisto, utilizzare un app, o utilizzare un qualsiasi servizio web, anche gratuito, è necessario accettare i Termini di Servizio.
Questi dovrebbero consentire all’utente di prendere visione delle condizioni previste dal fornitore, ed essere in grado di valutarle, accettando o meno il contratto. Questo è quanto dovrebbe accadere.
Tuttavia secondo una ricerca condotta negli Stati Uniti su un campione di 2000 utenti, è risultato che il 91% delle persone acconsente ai Terms of Service senza leggerli. Percentuale che sale ancora per la fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, raggiungendo il 97%.
Per molti il linguaggio è complicato, poco chiaro e i documenti sono lunghi e complessi. Questa fotografia, per quanto possa presentare differenze a seconda dell’età o del paese, evidenzia una difficoltà, o un’abitudine, nella quale l’utente medio di Internet si riconosce abbastanza bene. Infatti le iniziative su questo fronte non mancano, come ad esempio il progetto “Terms of Service; Didn’t Read” abbreviato in ToS;DR, il cui nome è piuttosto esplicito. L’attività di ToS;DR ha come obiettivo un processo trasparente che conduca alla valutazione dei ToS e delle politiche di privacy assegnando una valutazione basata su cinque classi che vanno dalla A, i migliori, fino alla E. In modo analogo ai voti scolastici negli Stati Uniti.
Fig. 2 – Schema del funzionamento dei cookie
Il sito del progetto https://tosdr.org/ riporta l’analisi di molti servizi di grande diffusione e le sorprese non mancano. Infatti se per una certa tipologia di servizi, per altro più volte oggetto di critiche per quanto riguarda la privacy per via di un uso poco chiaro dei dati utente raccolti, era immaginabile una posizione medio/bassa, per alcune tipologie di servizi probabilmente ci si attendeva risultati diversi.
Fig. 3 – Alcune schede di esempio prodotte dalle analisi del team del progetto ToS;DR